Verso martedì, il secondo giorno

Seconda prova alla Giraffa.
Le monte sono:

GIRAFFA: Fedora Saura – Andrea Mari detto Brio

NICCHIO:  Fantastic Light – Alessio Migheli detto Girolamo

 PANTERA:  Gammede – Valter Pusceddu detto Bighino

LEOCORNO:  Ivanov – Jonatan Bartoletti detto Scompiglio

BRUCO:   Lo Specialista – Luigi Bruschelli detto Trecciolino

LUPA:  Moedi – Alberto Ricceri detto Salasso

ISTRICE:   Marrocula – Silvano Mulas detto Voglia

CHICCIOLA:  Meremanna – Andrea Chessa

TORRE :  Guess – Francesco Caria detto Tremendo

AQUILA:  Indianos – Giovanni Atzeni detto Tittia

Verso martedì

Accoppiamenti cavalli-contrade odierni:
Indianos – AQUILA
Guess – TORRE
Meremanna – CHIOCCIOLA (e)
Marrocula – ISTRICE
Moedi – LUPA
Lo Specialista – BRUCO
Ivanov – LEOCORNO
Gammede – PANTERA
Fantastic Light – NICCHIO (e)
Fedora Saura – GIRAFFA (1 v)

Le ultime su Provenzano

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Le spigolature da La Nazione di oggi:

Dall’episodio Oca-Torre ai forfait del corteo storico Sabato la relazione dei Deputati. Il professor Baragli: «Protezioni colorate alle curve per aiutare i cavalli>> di LAURA VALDESI
GIUSTIZIA paliesca e possibili correttivi da effettuare (dando per scontati attitudine e addestramento) per aiutare i cavalli a girare correttamente a San Martino e Casato dopo le cadute cui abbiamo assistito. Ecco gli argomenti che tengono banco insieme ai festeggiamenti dell’Oca per la vittoria in questo dopo Provenzano che non accenna a spengersi. I deputati della Festa Velio Cini, Fabio Giustarini e Pietro Bazzani hanno tempo fino a sabato per depositare la relazione che fotografa i fatti accaduti nei quattro giorni di cui dovrà occuparsi l’assessore delegato Alessandro Mugnaioli per capire se è il caso di emettere o meno sanzioni. Le botte Oca-Torre che hanno interrotto l’assegnazione dei cavalli, il 29 giugno, saranno certo segnalate dai deputati nel resoconto. Mentre le due Contrade, probabilmente, attenderanno il pronunciamento del giudice paliesco prima di usare le loro «armi» di discolpa. Comunque tutte le Contrade hanno tempo fino a domani per presentare memorie o notazioni. Nella relazione ci sarà il lancio della bottiglia durante la mossa di cui non è stato individuato l’autore, più il caso Aquila—Pantera: quest’ultima cantò contro la rivale transitando nel territorio dei Quattro Cantoni, violando così un accordo. L’invasione di pista è stata contenuta e, soprattutto, quella che si è vista appare successiva allo scoppio del mortaretto. Hanno notato tutti, invece, l’assalto al palco per scendere il Drappellone, in uno slancio di gioia difficilmente soffocabile. Comunque non è accaduto nulla. Autorizzato il rientro nell’Entrone di Trecciolino durante il corteo storico (il cavallo s’impennò e sembra che si sia rotto un morso), idem per un soprallasso irrequieto. Fin qui la giustizia paliesca. Per quanto riguarda il comportamento dei cavalli a San Martino e al Casato che ha lasciato un po’ perplessi gli addetti ai lavori, prende corpo l’ipotesi che gli animali possano confondere le nuove protezioni per zone d’ombra. Non le «leggano», insomma, come ostacoli. «Non è un’idea peregrina — osserva il dottor Paolo Baragli, veterinario che fa ricerca sulla psicologia e sul benessere del cavallo all’Università di Pisa —; l’animale ha una discriminazione visiva più bassa della nostra, riesce a vedere bene i colori e le forme quando c’è contrasto. Chi fa salto ad ostacoli, ad esempio, sa bene che le barriere più difficili da superare sono quelle di tinta uniforme. Il cavallo incontra maggiore difficoltà a vederle». La soluzione? «Magari adottare una colorazione vivace della protezione alle curve — osserva Baragli — che forse si distingue male dal resto del terreno e dallo steccato. C’è del buon senso in ciò che hanno detto fantini ed allenatori». Relativamente alla zona più vuota, rappresentata dalle «camice» in cui non c’è il pubblico, nota Baragli «che se associamo il fatto che gli spettatori formano un muro lungo il tracciato che ad un certo punto s’interrompe, alla presenza di protezioni che si allungano fino al terreno e potrebbero non essere ben percepibili, l’animale può trovarsi a disagio. Se si colora ha una percezione migliore di ciò che gli sta davanti ed è più probabile che lo eviti».

MORTE DI MESSI Dopo l’autopsia esami tossicologici
ESEGUITA l’autopsia sul cavallo della chiocciola Messi per ordine del sostituto procuratore della Repubblica Nicola Marini. Il magistrato dopo aver fatto sequestrare la carcassa dai carabinieri della squadra di polizia giudiziaria, aveva affidato l’incarico dell’esame autoptico al dottor Giovanni Salvi, responsabile della sede senese del servizio veterinario di Lazio e Toscana e al dottor Rosario Figo dell’Asl. Nel corso dell’autopsia sono stati fatti numerosi prelievi che ora verranno posti all’attenzione di un tossicologo di fiducia della Procura. Il dottor Marini nella giornata di ieri non aveva ancora deciso a quale professionista affidare l’incarico.

E’ STATO a trovare Gingillo all’ospedale di Campostaggia ieri all’ora di pranzo, il capitano del Bruco Gianni Falciani. «Cosa gli ho detto? Come stai», racconta il dirigente di via del Comune che per un contrattempo di salute ha lasciato il timone del Palio di Provenzano al suo staff. Falciani dove ha visto il Palio? «Alla televisione, da solo, in un bed & breakfast nel vicolo degli Orbachi dove mi ero trasferito nei quattro giorni». Quanto credeva il Bruco in questa vittoria? «Parecchio. Come si faceva a non puntarci. C’erano tutti i requisiti per essere protagonisti». La mossa veloce? «Ci poteva stare, non è la prima volta. Dipende da come sono distribuite le pedine all’interno». Quando ha visto che Gingillo e Lampante era avanti di diversi colonnini cosa ha pensato? «Nulla. Nel senso che ho 63 anni… ne avrò viste! Il Palio è Palio proprio perché ad ogni passo ci possono essere sorprese. Fino all’ultimo non si può mai dire». Quando c’è stato il colpo al colonnino? «Rientra nel Palio, ci può stare. Non è mica il primo che cade a San Martino o al Casato, alla mossa. Se era una corsa a Pian delle Fornaci non succedeva niente. In Piazza è diverso, ci sono sempre trabocchetti. Ognuno gli dà la lettura che meglio crede. Ci sarà chi apprezza Giuseppe come fantino che dirà che s’è buttato il cavallo, che ci sono le camicie vuote. Chi, magari, fa invece il detrattore per comodo sosterrà che il fantino ha commesso un errore imperdonabile o inspiegabile». Falciani cosa pensa? «Dal punto di vista umano, sono vicino a un ragazzo di 28 anni che ha perso un Palio da protagonista e ora deve anche sottoporsi ad un lungo recupero fisico». Il Bruco sarà con lui? «Non si chiede neppure». Lo consideri quasi un figlio? «Come tutti quelli che montano nel Bruco ma che indossano anche altri giubbetti, al di là degli avvenimenti del Palio». Staff orfano di Falciani. «Quando si fanno delle scelte si cercano persone su cui credere e investire. Il loro lavoro non fa che confermare che le decisioni assunte nel tempo sono state positive. Non è che durante l’anno il Palio lo faccio solo io e agli altri non racconto nulla. Il gruppo è saldo». La.Valde.