Le spigolature da La Nazione di oggi:
«Partenza, mai dato indicazioni di danneggiare la Pantera» La versione di Betti (Civetta). Ma Ghelardi chiede un confronto | |
UTILE GIRARCI intorno: i panterini sono perplessi per quella mossa, data dal loro «pupillo» Andrea Mari che montava su Marrocula nella Civetta. Il motivo? Trecciolino su Miguel, quando il fantino è entrato, si trovava in seconda fila. Penalizzato, dunque. E il mossiere Bartolo Ambrosione non ha ritenuto di annullarla raggiungendo così il record del «pronti-via»: circa 7 minuti. Il tam tam in Stalloreggi, ieri mattina, rilanciava la notizia di un possibile incontro fra dirigenza della Pantera e civettina. Argomento, proprio le fasi della partenza. «Stiamo valutando la possibilità di aprire un confronto sereno e costruttivo con la Contrada alleata — osserva il capitano Franco Ghelardi — per approfondire, eventualmente, certe dinamiche che si evidenziano dalla lettura della mossa». Viene naturale chiedere: anche in previsione dell’impostazione della Carriera dell’Assunta che vede Stalloreggi sul tufo di diritto? «Anche in funzione dei rapporti che si creano all’interno di un Palio rispetto anche ai passi futuri. Il Palio non è mai fine a se stesso, ci sono infatti sinergie— dice — che devono essere verificate alla prova dei fatti». Non intende certo fare polemica ma ritorna sulla partenza per evidenziare: «La mossa è legittima, per carità. Non mi aspettavo certo un trattamento particolare però neppure che fosse così. Mi lascia solo perplesso la condizione nella quale era la Pantera al momento in cui è entrata la rincorsa. Non esprimo giudizi, lo ripeto, resta comunque la perplessità». Un accenno a Miguel, il barbero che gli è toccato in sorte: «Sulle caratteristiche fondamentali relative al cavallo da Palio deve ancora crescere. Credo che noi abbiamo montato il primo fantino su un cavallo che, oggettivamente, poteva chiamare una monta di tutt’altro livello. Scelta che, tornando indietro, rifarei anche perché il Palio è fatto di costruzioni». «MI DISPIACE tantissimo per la Contrada della Pantera — ribatte il capitano civettino Paolo Betti —; il Castellare non aveva la minima intenzione di danneggiare nessuno, tantomeno un’alleata e amica come la Pantera. La dinamica della mossa l’ha spiegata bene il nostro fantino: ha tentato di far partire tutti cercando anche l’attimo giusto per lui e per provare ad infilarsi. Mai dato alcuna indicazione di danneggiare qualcuno, lo ripeto, tantomeno la Pantera dove ho peraltro abitato per 10 anni. L’ultima cosa che mi sarebbe venuta in mente». Conclude Betti: «Per me è finita qui. A volte capita di restare al canape». La.Valde. |
|
STORIE DI CAVALLI |
Elfo di Montalbo, addio alla Piazza «E’ stata la sua ultima Carriera»
UN MIX di rammarico e delusione le parole di Francesca Manfredi, proprietaria di Elfo. Il suo cavallo è rientrato in ottima forma dopo il Palio di luglio, solamente con un piccolo problemino all’unghia, derivante dall’urto con il cavallo della Civetta nell’impostazione del primo Casato. Come ci confida la stessa proprietaria, però, per il barbero di 11 anni andato in sorte alla Lupa, il Palio potrebbe essere stato l’ultimo della carriera: «Credo che non lo riporterò. Avevo detto che poteva essere l’ultimo Palio, una sorta di scommessa, così è giusto che sia. Mi dispiace tanto perché è un cavallo eccezionale ma che non ha avuto molta fortuna visto che si sarebbe meritato di vincere. Però il fatto di averlo sempre riportato a casa e di vederlo galoppare nel prato, mi dà tantissima soddisfazione. Rimane un po’ di rammarico per come sono andate le cose, soprattutto negli ultimi anni, però alla fine sono contenta perché per me, che sono grande appassionata di cavalli, il mio Elfo è come un bimbo». Prosegue: «Si fa male a giudicare. Ancora non ho parlato con Vittorio e prima di dare un giudizio voglio parlare con lui, per capire se ha avuto qualche problema lui o il cavallo. Ci sono stati problemi alla mossa e poi ha dovuto fare i conti con l’Istrice che ha cercato di ostacolarlo. Comunque ho fiducia in Gianluca, che ha sempre lavorato alla grande con Elfo. In Piazza, però, ha fatto tutto il contrario di quello che gli ho sempre visto fare con i miei occhi in allenamento. Mi dispiace, ma è andata così». Altre interviste sui cavalli del Palio di luglio su http://www.lanazione.it/siena
Gabriele Voltolini
|
|
L’INTERVENTO |
IL SOCCORSO ai fantini è stato portato al centro dell’attenzione a causa delle diverse cadute che si sono verificate durante le prove e la corsa. Va innanzitutto chiarito che in un contesto di pericolo evolutivo imminente (non sono previste interruzioni) è difficile applicare le ordinarie tecniche di soccorso dedicate al paziente politraumatizzato, per cui operiamo con manovre “d’emergenza” che garantiscano la maggiore immobilità possibile all’infortunato. L’esiguità dei secondi a disposizione, dove devi decidere se intervenire o purtroppo lasciare passare i cavalli, ci porta ad avere come obiettivo primario nel soccorso la salvaguardia della vita del fantino da ulteriori e più gravi danni che potrebbero derivare da un successivo passaggio dei cavalli. Ritengo comunque opportuno precisare che il nostro operato durante tutte le fasi del Palio si attiene scrupolosamente ad un protocollo condiviso con Comune e 118 di Siena. In quei pochi secondi la priorità va data all’immobilizzazione della colonna vertebrale realizzando per quanto possibile il posizionamento dell’infortunato sulla ’spinale’. Le altre problematiche, a causa dei tempi strettissimi di intervento, devono essere poste in secondo piano. Questa è l’unica filosofia di soccorso applicabile. I soccorritori volontari della Misericordia che avete visto in azione durante la corsa sono gli stessi che intervengono su incidenti stradali ed emergenze di ogni tipo, mettendo “in sicurezza” il luogo dell’evento e trattando in modo completo l’infortunato. Ciò durante il Palio non si può fare.
I frequenti attacchi al nostro operato fanno solo male alla Festa. Tutto questo lo dico da Contradaiolo e da Senese. I nostri soccorritori cercano di dare il massimo ed in maniera gratuita come le altre Associazioni in quei momenti difficilmente gestibili. Criticarne l’operato significa dare voce a tutti coloro che non percepiscono il significato vero della nostra Festa, già sottoposta da tempo ad attacchi mediatici. Doveroso ringraziare il 118 di Siena, Comune e Magistrato delle Contrade per l’attenzione che hanno rivolto nei confronti dei problemi del soccorso durante il Palio e i Guardia Fantino per la fondamentale collaborazione.
* direttore sanitario della Misericordia
«Mi dispiace per la Contrada Non meritava una mossa così» | |
Trecciolino: «I cavalli scambiano le protezioni al colonnino per una zona d’ombra» | |
LAURA VALDESI Trecciolino, hai corso l’ultimo Palio nella Pantera: il tuo capitano ha detto che la mossa poteva anche essere falsa. «Sicuramente ero messo male, fuori dalla mossa. Sicuramente ho sbagliato perché mi sono fatto trovare in quella posizione. Molto probabilmente ho effettuato valutazioni errate, mi assumo la responsabilità. Mi dispiace per la Contrada e la dirigenza, che non si meritava una mossa di questo tipo». E quando sono partiti? «Gli sono andato dietro, d’istinto. Mi aspettavo lo scoppio del mortaretto ma ho proseguito la corsa perché nel Palio, i fatti lo dimostrano, non si sa mai». Ti attendevi una mossa in 7 minuti? «Era nell’aria, sembrava che anche Andrea avesse questa volontà». Com’è stata la tua corsa? «Di sicuro non ho potuto fare cose brillanti. I Palii da dietro li puoi anche vincere ma solo se trovi la strada pulita. Basta un intoppo o due ed è finita. Subito dopo la mossa l’Istrice è andata a prendere la Lupa, mi sono incrociato con Bighino. E poi una serie di situazioni che mi hanno condizionato. Potevo onorare ancora di più il giubbetto della Pantera». La corsa di Tittia? «Bravo a impostare San Martino, ero dietro a lui. Naturalmente poi nel Palio conta anche la fortuna». Miguel era un cavallo esordiente della tua scuderia. C’è un po’ di polemica sui troppi inserimenti nuovi. «Ha pagato lo scotto del primo Palio, quanto ai debuttanti uno di loro ha vinto. Magari Ivanov, Mississippi vantano un curriculum più lungo di corse in provincia rispetto a Miguel che ha lavorato più in ippodromo. Un po’ ’verdone’ quanto ad esperienza, insomma, rispetto ad altri. Tuttavia ha superato Lo Specialista, è arrivato dietro a Indianos. Da riprendere in considerazione». Solo quattro fantini sono rimasti a cavallo, fra cui Trecciolino. «Qualcuno ha trovato degli intoppi, ci sta durante il Palio di andare in terra». Questo Provenzano sarà ricordato anche perché tre cavalli sono andati a sbattere contro il colonnino, sia a San Martino che al Casato. «Qualcosa che non torna c’è. La mia idea è che il nuovo cuscinetto di cuoio, che tocca terra formando un tutt’uno con il tufo, dia agli animali la sensazione di una zona d’ombra. Già il cavallo tende a tagliare di suo…. Anche a Tittia, gli ha girato davanti il cavallo dell’Istrice e Mississippi gli è andato dietro. Qualcosa lo ripeto, c’è perché se un cavallo lo vuoi buttare contro un muro non ci va. Non lo riconoscono come ostacolo ma come un posto dove passare». La soluzione? «Bisogna fare in modo che leggano un ostacolo, una cosa che va evitata». Ti aspettavi una prestazione così da Mississippi? «Il cavallo era a posto, il fatto di saltare la prova generale l’ha aiutato e la mattina della provaccia era perbene. Poteva vincere in un lotto come quello di luglio». Tittia, Gingillo e Brio sono a quota 2 Palii: chi è il tuo erede? «Qualcuno per forza! Sono affezionato a Giovanni e Giuseppe perché li ho avuti a scuderia, mi fa piacere che vincano. Vuol dire che qualcosa di buono gli ho insegnato e loro hanno imparato». Rivedremo ad agosto alcuni cavalli nuovi? «Siamo abituati a bruciare troppo le tappe sia in positivo che in negativo». Pensiamo già ad agosto: le tue Contrade? «Lupa, Chiocciola e Aquila sono giubbetti preclusi, nelle altre (Istrice, Torre, Leocorno e Pantera, ndr) ho la porta aperta». Come ti sei trovato in Pantera? «Benissimo, sono molto uniti. E c’è armonia». Istriceddu, Fedora e Giostreddu ci saranno ad agosto? Tutti dicono che decide Trecciolino. «Diamine, c’ero io a votare! Mi sembra che nella scelta il peso specifico l’abbiamo avuto Contrade non vicine a me ma lontane». Un pensiero per la Chiocciola? «Mi auguro che non succeda a nessun fantino e a nessun capitano quanto avvenuto, per il bene di tutti e della Festa. Neppure al peggior nemico augurerei mai del male». Il cap con i colori della Contrada è meglio usarlo anche nelle prove visto l’infortunio a Sgaibarre? «E’ consentito. Forse se uno fa la prova a due all’ora non serve, ma se uno decide di rombare magari sì. Prima il corpetto era facoltativo, adesso lo portano un po’ tutti». |
|
|
OCA IN FESTA E-MAIL DELLA CANTANTE INVIATA IERI A FONTEBRANDA. CORTEO, SI PENSA ALL’UNITA’ D’ITALIA E A SFOTTO’ PER COSTA |
La felicità di Gianna: «Grande corsa, è impazzita anche Penelope»
«VIVA L’OCA. Grande Palio che ho visto con Penelope, è impazzita anche lei. Esulto con voi di gioia, ci vediamo al battesimo in Fontebranda. S’è sempre comandato e sempre si comanda. Gianna Nannini e Penelope». Ecco la mail che la cantante senese e ocaiola ha mandato alla sua Contrada ieri mattina, alle 8,34. Fontebranda intanto pensa al corteo della vittoria che sarà tradizionale e animato dai giovani, dove si spazierà dall’Unità d’Italia agli sfottò al proprietario del cavallo Mississippi, Osvaldo Costa, che è torraiolo. «Mi sento ancora un po’ stupito e frastornato – commenta invece il bergamasco don Pier Luigi Colleoni, solo da tre giorni correttore della Nobile Contrada dell’Oca -, tutto quello che succede qui va vissuto in prima persona per essere assorbito e capito al meglio, altrimenti si creano equivoci come quelli che si leggono sulla stampa in questi giorni». Giovane, pacato, molto felice dell’esperienza che lo sta coinvolgendo, don Colleoni sabato 2 luglio ha fatto la sua prima benedizione in Contrada. «E’ successo tutto molto in fretta, io sono venuto in Toscana da Bergamo, nel 1997, come parroco delle Grazie a Colle Val d’Elsa. Anche se molto vicino, vivere a Colle non è come vivere a Siena e del Palio certo ne sentivo parlare, ma non mi coinvolgeva più di tanto. Poco tempo fa sono stato contattato per affiancare il correttore “storico” don Enrico e ho accettato con entusiasmo, ma mai avrei pensato di venir risucchiato in un vortice di emozioni come questo». I bergamaschi sono famosi per avere un carattere spigoloso e molto riservato. «Infatti, per certi aspetti anche qui la gente ha un carattere molto riservato, ma le emozioni le esternate, le condividete. Davvero è stata un’esperienza unica fare la benedizione del cavallo e del fantino. Poi sono stato con i contradaioli a lungo ho parlato con loro, ho incontrato moltissimi giovani. Tutti mi stringevano la mano, sento che potrò dare molto a questa Contrada». Come è stato il rapporto con il fantino, con Giovanni Atzeni . «Non lo conosco bene, quello che dico si basa solo su sensazioni, mi sembra comunque un uomo molto spirituale, sinceramente spirituale. Quando ci siamo ritrovati in Provenzano e ho detto “vieni inginocchiamoci vicini”, è venuto subito, si è segnato ed è rimasto in silenzio in raccoglimento,mentre tutti lo cercavano e lo chiamavano, lui era concentrato nella preghiera, un’immagine bellissima. Ecco direi che è un timido non timido, uno riservato comunque, ma che è rimasto concentrato con la sua voglia di ringraziare Dio, nonostante il caos più totale del dopo Palio».
Elena Conti